Biofotoni: i messaggeri di luce?
Tra natura e scienza
La luce biofotonica per una vita in Salute
Persi nell’affanno della vita quotidiana, dimentichiamo quanto di benefico derivi dal contatto con la Natura. La luce del Sole, per esempio è la più potente medicina che la Natura abbia messo, gratuitamente a disposizione dell’uomo.
Al pari dell’aria e dell’acqua, la luce è un elemento naturale che avvolge il nostro corpo ed è un antico rimedio per la guarigione di tante problematiche; i suoi effetti curativi sono stati tramandati e si sono evoluti nel tempo, anche grazie alla scienza.
In questo articolo vediamo come importanti scienziati della storia abbiano saputo cogliere i frutti della natura, applicando le conoscenze sulla luce alle terapie per il Benessere dell’uomo.
“Abbiamo bisogno della luce per restare in Salute” (1) e per godere di innumerevoli benefici tra i quali:
cellulare
2. Alla base della vita: i biofotoni
APPROFONDIMENTO: L’esperimento con le radici di cipolla
3. L’antenna elettromagnetica: il DNA
4. Salute: una questione di “coerenza”
APPROFONDIMENTO: Il DNA
5. I nemici dei biofotoni e l’insorgere delle malattie
6. Dal caos alla luce: ripristinare il Benessere
7. Tecnologia LED: fotoni per la pelle
APPROFONDIMENTO: Le prime applicazioni negli ospedali
8. I proiettori di Biofotoni a 3 e 7 frequenze Meglio in Salute
1. Le particelle di luce: i fotoni
Secondo la teoria classica elaborata da James Clerck Maxwell alla fine dell’Ottocento, la luce è un’onda elettromagnetica e come tutte le onde interagisce con la materia. Pur essendo un fenomeno ondulatorio, la radiazione elettromagnetica ha anche una natura quantizzata che le consente di essere descritta come un flusso di fotoni, l’unità più piccola nella quale possiamo pensare di scomporre la luce.Furono i fisici Max Planck e Albert Einstein, tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, a introdurre il fotone come particella elementare, o quanto di luce, delle onde elettromagnetiche.
2. Alla base della vita: i biofotoni
Nel 1922 il biologo russo Alexander Gurwitsch, attraverso alcuni esperimenti scientifici come quello con le radici di cipolla, ipotizzò che l’evento biologico primario alla base della vita e anche delle alterazioni che portano alla malattia, è un evento di natura elettromagnetica.Dopo tre ore contò il numero di cellule nell'area esposta della cipolla “ricevente”, risultò che vi era un quarto di cellule in più in questa area che nell'area non esposta ai biofotoni emessi dal cannone biologico.
Da questa e successive sperimentazioni concluse che:
TUTTE LE CELLULE VIVENTI PRODUCONO BIOFOTONI, CHE SONO VERE E PROPRIE INFORMAZIONI.

3. L’antenna elettromagnetica: il DNA
Il termine biofotoni indica, quindi, l’emissione di energia da parte di qualsiasi organismo vivente e si propaga alla velocità della luce; secondo il Dott. Popp, tali emissioni:delle cellule
I biofotoni rappresentano un vero e proprio linguaggio per la trasmissione in codice di informazioni dentro la cellula e tra cellule e cellule. Tali informazioni sono indispensabili per avviare:
crescita cellulare
Il DNA è stato sempre esclusivamente considerato come la molecola che contiene le informazioni genetiche necessarie per la sintesi delle proteine, gli elementi che sono alla base dell'identità degli organismi viventi.
Queste funzioni vengono svolte in realtà solo dal 5% del DNA esistente mentre il restante 95% veniva definito DNA spazzatura proprio perché non se ne conosceva l'utilità.
Nuovi studi e ricerche all'avanguardia hanno conferito invece dignità biologica a questa porzione, assegnandole un ruolo fondamentale nel funzionamento dei sistemi viventi, come stazione ricetrasmittente di biofotoni, in grado di ricevere e trasmettere messaggi-guida per tutti i processi cellulari. (3)
La sua doppia struttura ad elica lo rende un’antenna per tutte le direzioni, ciò significa che l’irradiamento avviene sempre in modo ottimale nello spazio.
4. Salute: una questione di “coerenza”
L’intensità della luce dei biofotoni emessi dagli esseri viventi è minima, la potremmo paragonare alla luce emessa da una candela che si trova a venti chilometri di distanza da noi.Il modo in cui si irradia, però, non è caotico ma è “coerente”, come la luce di un laser e di alcuni tipi di LED per esempio. Una irradiazione “coerente” quella dei biofotoni, che vibrano in sintonia e con la stessa frequenza.
Come sappiano, gli organismi viventi cercano di raggiungere sempre una condizione di equilibrio (omeostasi) e, per farlo, ogni secondo avvengono centinaia di migliaia di processi chimici in ogni cellula, tutti coordinati ed in sintonia tra loro.
5. I nemici dei biofotoni e l’insorgere delle malattie
Grazie agli studi di Popp è emerso come i biofotoni siano correlati a tutte le funzioni fisiologiche degli esseri viventi, incluse quelle relative alla capacità del nostro corpo di ripristinare lo stato di salute. Sull'argomento Popp ha pubblicato 8 monografie (4) e più di 150 articoli sulle più prestigiose riviste scientifiche.Cellule sane emettono dunque oscillazioni ordinate di luce; al contrario, le cellule deboli o malate, producono oscillazioni caotiche di luce. (5) Lo scoordinamento delle oscillazioni biofotoniche avviene tramite l’interruzione del loro naturale funzionamento ad opera di “attacchi elettromagnetici” che possono provenire ad esempio da:


VIRUS
FUNGHI
PARASSITI
SOSTANZE INQUINANTI O TOSSICHE
ECC...



LE DIFESE IMMUNITARIE SI POSSONO INDEBOLIRE!
6. Dal caos alla luce: ripristinare il Benessere
Come abbiamo visto, i biofotoni riflettono lo stato di salute di un organismo, e sono messaggeri che, sotto forma di luce, portano informazioni alle cellule attraverso il DNA, che funge da antenna ricetrasmittente in questo senso.È quindi possibile inviare messaggi di salute alle cellule che, a loro volta, emetteranno biofotoni in grado di stimolare e mantenere uno stato di buona salute in altre cellule; tale processo prende il nome di fotobiomodulazione.

FOTOBIOMODULAZIONE.
SE PARTIAMO DALL’ASSUNTO CHE LE MALATTIE POSSONO ESSERE CAUSATE DA UNA ALTERAZIONE DELLO STATO DI EQUILIBRIO PREDETERMINATO O STIMOLATO DA NOI STESSI, ALLACCIANDOCI ALLA TEORIA DI POPP, POTREMMO FORSE PENSARE DI CURARE LE MALATTIE “RIPARANDO” LA LUCE CHE C’È ALL’INTERNO DEL NOSTRO CORPO.
7. Tecnologia LED: fotoni per la pelle
La fotobiomodulazione a LED (diodo ad emissione di luce) è un trattamento:A differenza delle altre tecniche di fotoringiovanimento, come il trattamento laser e a luce pulsata, la fotobiomodulazione a LED non genera calore e quindi non provoca alcun tipo di abrasione.
I raggi fotonici della Nasa in aiuto di diabetici e ustionati
LE PRIME APPLICAZIONI NEGLI AMBULATORI DEL SAN GIOVANNI ANTICA SEDEArticolo pubblicato su La Stampa il 9 Febbraio 2016 da Noemi Penna

Dalla Stazione Spaziale Internazionale agli ambulatori di diabetologia della Città della Salute. I led della Nasa si mettono per la prima volta al servizio della medicina, nella sperimentazione del dottor Alberto Bruno e del Politecnico di Torino contro le ulcere dei diabetici. Queste malattie possono portare anche alla necessità di amputazione degli arti; la lampada fotonica può aiutare a riattivare le cellule danneggiate innescando così una guarigione spontanea.
COME IL SOLE
I primi benefici della terapia a led li ha registrati il National Space Biomedical Research Program sugli astronauti che hanno preso parte al progetto «Veggie» del Kennedy Space Center. Per crescere, le piante coltivate nello spazio vengono illuminate con queste luci che simulano i cicli solari. Gli scienziati hanno scoperto che a goderne dei benefici sono anche gli astronauti che ne vengono in contatto. «L’elioterapia è una delle cure più antiche ed efficaci contro molte patologie», afferma il dottor Bruno, specializzato nella gestione delle complicanze del diabete, «e con questo macchinario riusciamo a condensare una giornata di sole in dieci minuti, indirizzando i raggi dove più ce n’è bisogno, ovvero direttamente sulle ulcere, stimolando la riattivazione cellulare». La sperimentazione è iniziata a gennaio: «Sapevamo che non poteva far male - lo stesso macchinario viene utilizzato nei centri estetici per contrastare gli inestetismi della pelle - ma nessuno finora aveva tentato l’approccio medico».PROVA MATEMATICA
A dare validità allo studio, in cui al momento sono coinvolti sei pazienti, sono i calcoli del Biolab d’ingegneria biomedica del Politecnico di Torino, diretto dal professor Filippo Molinaro. Prima e dopo l’esposizione ai led, i pazienti vengono sottoposti ai raggi infrarossi del Nirs (altra tecnologia solitamente impiegata nelle ricerche astronomiche), che misura l’ossigenazione e le variazioni di emoglobina nell’area trattata. «Questi due dati sono indispensabili per fornire elementi certi sull’efficacia della terapia - commenta Bruno -. Nel piede del diabetico, il miglioramento di un’ulcera è spesso un dato molto soggettivo. Con i primi risultati registrati dal Politecnico, invece, possiamo dire che i raggi fotonici hanno un’azione positiva sulle ulcere, perché incrementano l’emoglobina ossigenata, ma soprattutto rendono più veloce il metabolismo delle cellule danneggiate, stimolando e velocizzando il processo di guarigione».CONTRO LE AMPUTAZIONI
La sperimentazione si sta svolgendo negli ambulatori del San Giovanni Antica Sede, l’ospedale della Città della Salute di via Cavour 31. «Abbiamo scelto pazienti con ulcere che si protraggono da molto tempo. Si tratta di diabetici in cura da anni, per i quali tenere sotto controllo la glicemia non è bastato per evitare complicanze. A nessuno abbiamo interrotto la terapia tradizionale, ma contrariamente a prima, i miglioramenti si vedono a occhio nudo. E pensare che abbiamo iniziato solo da un mese, con tre trattamenti la settimana: sarebbe ancora più efficace se venisse eseguito tutti i giorni». I costi poi sono contenuti: la prestazione ambulatoriale per il paziente è gratuita; la macchina fotonica è in comodato d’uso e i led hanno un consumo di corrente ridotto. «Dimostrandone l’efficacia, potremo diffonderne l’utilizzo in tutta Italia, offrendo per la prima volta una soluzione efficace e veloce». Le ulcere del piede e della gamba rappresentano per i pazienti diabetici «una delle complicazioni più fastidiose. Determinano un danno neuro-vascolare e se arriva infezione, c’è il rischio di amputazione. Ben oltre il 50% degli amputati sono infatti diabetici. Poi il costo sociale sulla sanità pubblica è in continuo aumento: ad avere il diabete sono duecentomila piemontesi e il 15% di loro sviluppa ulcere», conclude.Fonte: http://www.lastampa.it/2016/02/07/cronaca/i-raggi-fotonici-della-nasa-in-aiuto-di-diabetici-e-ustionati-KebeXk7ye7VklhENc0S7aM/pagina.html

8. I proiettori di Biofotoni a 3 e 7 frequenze Meglio in Salute
Il supporto più importante dell’irradiamento di biofotoni è il DNA, l’acido desossiribonucleico. Il DNA agisce come “un’antenna elettromagnetica” che funziona da stazione ricetrasmittente. Riceve ed assimila informazioni, per inoltrarle nelle nostre cellule, guidando ogni processo cellulare, sia che il biofotone sia stato emesso dal DNA cellulare, sia che il biofotone sia stato emesso da una fonte esterna (ad esempio da un dispositivo appositamente progettato per l’emissione di biofotoni). (6)Il Proiettore di Biofotoni Meglio in Salute adotta un sistema brevettato di riflessione della luce, che moltiplica e potenzia l’efficacia dei fotoni emessi dai LED.
Ogni LED infatti, è incastonato in una cella di specchi con varie sfaccettature e montato con angolature precise che, insieme, contribuiscono a:

ADATTA PER VISO E CORPO

I led possono emettere luci di diverse colorazioni (da 3 a 7), ciascuna con la propria frequenza e quindi con la propria attività benefica.